I vaccini rappresenteno la miglior misura di prevenzione per impedire lo sviluppo di molte malattie infettive. Il primo vaccino fu scoperto nel lontano 1700 per opera di un medico inglese, Jenner, che utilizzò il pus di una mucca infetta da vaiolo per immunizzare il proprio figlio da tale malattia.
Il vaccino non è altro che un preparato contenente batteri o virus uccisi, che viene iniettato nell’organismo per provocare una risposta immunitaria. I microrganismi inoculati infatti, in quanto morti o attenuati, non sono in grado di far sviluppare clinicamente la patologia ma sono comunque capaci di determinare una risposta immunitaria, stimolando la produzione di anticorpi.
Come abbiamo accennato, i microrganismi nei preparati vaccinali possono essere o uccisi tramite calore o agenti chimici, oppure possono essere vivi ma “attenuati”, ossia la loro capacità di replicarsi e quindi determinare la malattia viene attenuata, attraverso specifiche tecniche di laboratorio, come ad esempio nel caso dei vaccini conto la varicella, il morbillo, la rosolia, l’epatite b.
Ci sono delle vaccinazioni che devono essere effettuate per legge e per ogni nazione esiste un calendario ben preciso, da seguire obbligatoriamente. In Italia, ad esempio, si inizia a vaccinare i bambini già a partire dal 2 mese di vita, con la famosa “esavalente”, che comprende 6 vaccinazioni. ( contro il tetano, pertosse, difterite, poliomelite, epatite B, haemophilus). Andranno poi eseguiti, a distanza di tempo, dei richiami.
Le vaccinazioni sono quindi una potente arma per prevenire lo sviluppo e la diffusione di alcune patologia, spesso mortali e va sottolineato che i vaccini sono sempre più sicuri e senza effetti collaterali, grazie ai continui progressi della ricerca. A questo proposito ricordiamo, ad esempio, che il virus del vaiolo, che in passato è stata una delle principali cause di morte, grazie alle vaccinazioni obbligatorie, è stato completamente debellato.
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