L’uso di internet, social network (come Facebook, Msn, Twitter e numerosi altri), cellulari e Tv sono entrati ormai nella nostra vita quotidiana al punto tale da indurre chi se ne dovesse privare per almeno un giorno verso una vera e propria sindrome da vuoto digitale. Manco a dirlo lo studio è stato condotto nel Maryland da professionisti che hanno chiesto a giovani universitari di tutto il mondo di stare per 24 ore lontani da telefonini, web, radio e televisioni riscontrando nella quasi totalità dei casi presi in esame le medesime tipologie di disturbi: ansia, irritabilità e senso di abbandono.
Una conclusione a cui erano giunti precedentemente educatori e sociologi, affermando a gran voce che i giovani dell’era moderna sono totalmente incapaci di restare privi di computer o altri oggetti tecnologicamente avanzati che permettano loro un’interazione telematica. La sindrome da vuoto digitale scaturisce, a detta degli esperti, dal fatto che non sanno come impiegare il tempo “off line” risultando poco concentrati e quindi persi. Le conversazioni e le relazioni tra ragazzi oggigiorno avvengono solo tramite social network, chat e sms venendo meno gli strumenti che lo consentono ecco arrivare quel senso di abbandono che caratterizza questa sindrome. Da questa graduatoria stilata dallo stato della costa orientale dell’Atlantico, è apparso che proprio gli studenti a stelle e strisce sono tra i primi ad essere “drogati” di tecnologia seguiti dai messicani e libanesi.
Solo 1 ragazzo su 5 è in grado di sopportare tranquillamente una giornata diversa caratterizzata da uscite con amici o letture di libri; essi sono presenti sopratutto in Uganda e Slovacchia. Vero è anche il fatto che la tecnologia globalizzata è entrata a far parte del quotidiano in maniera prepotente, attraverso musiche o radio di sottofondo in negozi, maxi schermi installati nelle piazze, reti wi-fi di libero accesso in grandi magazzini che finiscono per informare anche quando non si ha voglia di recepire notizie.
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