Secondo le stime più recenti circa il 10% degli italiani risulta essere allergico, o meglio intollerante, al sole. Una percentuale già alta ma che sembra destinata a crescere ancora nei prossimi anni.
Nell’80% dei casi ad essere colpite da questo disturbo sono le giovani donne. E’ sufficiente che si espongano per brevissimi intervalli di tempo al sole per ritrovarsi con arrossamenti, eritema, pomfi e prurito, fino alla formazione di franche vescicole.
Ma perché soprattutto le donne e perché un così drastico incremento negli ultimi vent’anni?
Il fatto che la popolazione femminile sia molto più colpita rispetto a quella maschile sembra dipendere banalmente dal maggior utilizzo di cosmetici, creme e profumi, tutti prodotti contenenti sostanze altamente allergologiche.
L’incremento generalizzato di questa patologia negli ultimi vent’anni sembra invece dipendere, altrettanto banalmente, dall’inquinamento e soprattutto dal famigerato buco dell’ozono, che ha reso la luce solare più nociva per tutti noi.
Purtroppo per proteggersi da questo disturbo a poco servono le creme solari.
La fotodermatosi, infatti, non è una reazione ai soli raggi UV ma a tutto lo spettro della luce visibile.
E per il medesimo motivo anche rimanere vestiti e non scoprirsi neanche in spiaggia è per lo più inutile, poiché i raggi visibili passano agevolmente attraverso gli abiti. O almeno attraverso quelli estivi di cotone.
Sembra incredibile ma l’unico metodo per combattere l’intolleranza al sole è proprio l’esposizione a quest’ultimo.
Un’esposizione graduale, da ripetere tutti i giorni per pochi minuti, seguita dall’applicazione di una crema lenitiva allo zinco e magnesio.
Occorre stimolare lentamente la pelle con il sole affinché riprenda la sua fisiologica tolleranza.
Una pratica che richiede tempo ed una certa dedizione, ma di garantito successo.
Un po’ di pazienza che verrà premiata con il ritorno a viversi il sole e la bella stagione con la giusta leggerezza.
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