L’epistassi, ossia la perdita di sangue dal naso, è un evento che si verifica molto frequentemente. Quasi tutti nella nostra vita abbiamo un episodio al riguardo da raccontare.
I soggetti più a rischio sono i bambini soprattutto per la loro abitudine a soffiarsi il naso troppo vigorosamente o inserire corpi estranei nelle narici. Ma questo fenomeno colpisce anche gli adulti, frequente ad esempio in coloro che soffrono di ipertensione, problemi di coagulazione o malformazioni.
Qualunque sia la causa, spesso di fronte ad un sintomo così comune e diffuso non si ha la prontezza di rispondere adeguatamente ed in maniera corretta. Anzi si fa proprio ciò che sarebbe sconsigliato fare. Un atteggiamento tipico è infatti quello di sollevare la testa: niente di più sbagliato! In questo modo non si interrompe l’emorragia ma tutt’al più si rischia di deviare il sangue dall’esterno verso l’interno, ossia dal vestibolo nasale verso la faringe, e da qui l’esofago o la laringe. Di conseguenza il sangue o viene inghiottito, causando vomito, o respirato, provocando nel migliore dei casi un accesso di tosse.
Di fronte ad un episodio di epistassi è consigliabile sedersi con la testa piegata leggermente in avanti in modo da favorire il fluire del sangue all’esterno e poi, quando il flusso diminuisce, stringere i due lati del naso al di sotto della parte ossea.
A perdita arrestata o notevolmente ridotta, per evitare che si ripresenti, è bene applicare per pochi minuti del ghiaccio alla radice del naso.
Infine può essere utile procedere all’inserimento di garze emostatiche all’interno delle narici. Meglio evitare il cotone che gonfiandosi potrebbe risultare difficoltoso da togliere e quindi provocare una nuova epistassi al momento dell’estrazione.
Poche semplici regole da ricordare e mettere in pratica al momento del bisogno.
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