Sono sempre maggiori le persone che soffrono di un’intolleranza al glutine, proteine contenute nel frumento, orzo, farro, segale, kamut. I Celiaci possono tuttavia ingerire, seppur in piccole quantità, l’avena al posto di questi alimenti appena citati che sono considerati altamente tossici.
Parliamo di una malattia cronica, in quanto i soggetti che ne soffrono sono condannati a condurre una vita nella cui dieta gli alimenti contenenti glutine devono essere totalmente banditi. Il problema più grave si presenta nei bambini, poichè non sempre si è a conoscenza di questa malattia, con conseguenze gravi per lo sviluppo e la crescita.
Proprio in merito a ciò dei ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, guidati dalla dottoressa Margherita Bonamico, hanno deciso di porre circa 7000 bambini di età scolastica ad un test per decifrare quanti di questi fossero intolleranti al glutine.
Il test prevedeva il prelievo di una piccola quantità di saliva da questi bambini. Tra i campioni in cui erano contenuti gli anticorpi caratterisitici della malattia, sono stati presi sotto osservazione solo i bambini che presentavano il minor numero di anticorpi e sono stati poi posti ad una endoscopia di conferma ed infine ad una dieta priva di glutine.
I bambini in questione sono stati poi seguiti per un periodo di tre anni per evidenziare i risultati nello sviluppo dei soggetti oggetto d’analisi. Ne è uscito fuori che i ragazzi hanno avuto un netto miglioramento nella fase di sviluppo nonchè una buona aderenza alla dieta. Il test indotto dalla dottoressa Bonamico e il suo staff ha posto le basi per la diffusione di uno strumento valido per scovare i casi di celiachia non ancora conosciuti.
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