La gotta è una malattia cronica e progressiva, che causa un aumento dei livelli di acido urico come unico sintomo iniziale. Spesso non è riconosciuta. Il paradosso della gotta infatti è di essere la malattia articolare meglio curabile e quella peggio curata, per la scarsa cultura medica sull’argomento e perché il paziente, in genere in piena attività lavorativa, è poco incline ai controlli e ha scarsa adesione al trattamento, rassicurato in principio dalla brevità degli attacchi.
Sembrava una malattia ormai superata, ma torna a diffondersi. Oggi questa forma di artrite infiammatoria non è limitata solo alla popolazione anziana, ma colpisce pure gli uomini di mezza età e sempre più donne. Anche per l’uso sconsiderato di diuretici presi per mantenere il peso forma.
Allungandosi la vita media delle donne inoltre, si sono aggiunti quei fattori che contribuiscono all’aumento di frequenza della malattia nei maschi anziani, cioè ridotta funzione renale, ipertensione, uso di farmaci quali aspirinetta (utilizzata come antiaggregante), diuretici (usati come antipertensivi, riducono l’eliminazione di acido urico con le urine), ciclosporina (per prevenire il rigetto nei trapianti).
Da aggiungere le scorrette abitudini alimentari.
Gli scienziati infatti affermano che anche il cibo ha la sua importanza. Alla sbarra le diete iperproteiche, la diffusione della birra (fonte di purine, precursori dell’acido urico), il largo uso di bevande dolcificate con fruttosio.
Si consigla di bere a colazione almeno due bicchieri di latte parzialmente scremato (possono ridurre i livelli di acido urico), almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, privilegiare formaggi magri, ceci e fave (più che fagioli, lenticchie e piselli, ricchi di purine), cereali, pollame, carne bianca.
Si consiglia anche di consumare poco pere, mele, arance, mandarini e uva, ricchi di fruttosio.
E i farmaci? Se il livello dell’uricemia è aumentato ma senza alcuna manifestazione, basta agire sullo stile di vita. Se c’è iperuricemia (valori > 7 mg/dl), vanno riferite al medico eventuali manifestazioni dolorose, per un tempestivo intervento farmacologico.
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L’iniziativa è della Società Italiana di Reumatologia (SIR) e della Società Italiana di Medicina.
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