Si è celebrata pochi giorni fa, lo scorso 2 aprile, la giornata mondiale dell’autismo, giunta quest’anno alla sua quinta edizione. In occasione di questa ricorrenza, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha pubblicato le nuove linee guida sull’autismo, destinate agli operatori sanitari ma soprattutto alle famiglie dei bambini e degli adolescenti affetti da autismo.
Sono circa 5 milioni le persone con autismo, in Italia se ne contano circa 550.000, di cui la maggior parte sono bambini. Ma per le mamme non è sempre facile riconoscere questo disturbo e soprattutto rapportarsi con esso. L’autismo è infatti un disturbo complesso, una forma di disagio psicologico con forme e gravità diverse, che ancora oggi non ha una cura specifica, ma che con una diagnosi precoce e un inizio altrettanto precoce di un intervento educativo appropriato, può essere trattato significativamente.
La malattia si manifesta in genere nei primi tre anni di vita e tende a colpire soprattutto i maschi, tre volte più delle femmine. Le manifestazioni sono diverse, da difficoltà molto gravi nel liguaggio a una scarsa capacità di interazione, da interessi ristretti ai comportamenti stereotipati e ripetitivi. Il documento dell’ISS contiene informazioni preziose sull’autismo e la sua cura, basate su studi scientifici rigorosi. Si parla degli interventi farmacologici ritenuti più efficaci, mettendo in luce che i farmaci possono curare i sintomi ma non il disturbo e devono essere assunti con estrema cautela, senza trascurare gli effetti collaterali.
Sono invece elogiati, perché ritenuti efficaci, alcuni trattamenti non farmacologici, da gli “interventi mediati dai genitori”, in cui i genitori vengono guidati da professionisti ad applicare modalità di comunicazione utili per favorire lo sviluppo e le capacità comunicative del figlio, ai “programmi intensivi comportamentali”, che coinvolgono i bambini per molte ore alla settimana, cercando con nuovi approcci di modificarne i comportamenti.
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