Molti possono essere le cause del pianto del neonato, ecco alcuni esempi:
Il bisogno di succhiare: per alcuni bambini non c’è nulla che li calmi quanto il succhiare e può essere difficile distinguere il bisogno di succhiare dal bisogno di mangiare. Se un bambino allattato al seno o artificialmente è nutrito “su richiesta” ma ha un ulteriore bisogno di succhiare per puro piacere,
potrebbe essere già capace di succhiarsi le manine. Incoraggiatelo, aiutandolo un po’ di volte a portarsi il pugnetto verso la bocca e abbiate cura di lasciargli le braccia libere, altrimenti non potrà raggiungere il suo prezioso pollice.
Succhiotto: se il bambino non è ancora capace di succhiarsi il pollice o non lo vuole fare, potreste dargli un succhiotto. È raro consigliare l’uso del succhiotto, ma non vi è dubbio che per alcuni lattanti infelici o ipersensibili l’effetto è miracoloso. Tutto sommato è meglio cercare di farne a meno, ma se il vostro piccino è veramente molto infelice, potreste provare a dargli un succhiotto, per qualche mese, solo prima di addormentarsi. Se a sei mesi il vostro bambino, crescendo, è più contento, cercate di toglierli l’abitudine del succhiotto prima che sia abbastanza grande da ricordarlo e sentirne la mancanza. Quando comincia a camminare a quattro zampe o a stare in piedi il succhiotto diventa antigienico e limita le sue capacità di esplorazione.
Lattanti insonni che si annoiano: gran parte del pianto può essere dovuta al desiderio dell’adulto che il bambino dorma più spesso e per periodi più lunghi di quanto abbia realmente bisogno. Può darsi che si tratti di un bambino che ha bisogno di dormire molto meno rispetto alla media; tenete presente che alcuni lattanti di tre o quattro mesi non dormono mai per più di 12 ore su 24.
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