La caffeina può essere un doping? La caffeina è una sostanza che si può trovare nel tè e nel caffè. Dosi di circa 100-200 mg di caffeina presentano un blando effetto stimolante sul sistema nervoso centrale. A dosi più elevate, la sostanza influenza la funzione cardiaca e può essere causa di palpitazioni, accelerazione del battito, ecc. la caffeina presenta anche un blando effetto diuretico,
che tuttavia rapidamente si affievolisce o scompare in seguito ad assunzioni protratte
Gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati da disturbi gastrici e intestinali, con stato di malessere, mal di stomaco e vomito. Dosi massicce possono provocare mal di testa e alterazioni sia del sistema cardiovascolare sia di quello cardiorespiratorio.
La caffeina non è considerata come una vera e propria sostanza dopante, ma in determinate concentrazioni è vietata dalle norme del Comitato Olimpico Internazionale. Per essere considerato positivo al controllo antidoping, un atleta deve presentare un elevato contenuto di caffeina nelle urine: 12 microgrammi o più per millilitro di urina. Per raggiungere tali valori occorre assumere una quantità veramente elevata di questa sostanza.
È noto che molti sportivi abitualmente assumono caffeina sia attraverso tè e caffè o anche, seppur saltuariamente , mediante l’assunzione di medicinali ricostituenti o antinevralgici acquistabili direttamente in farmacia senza prescrizione medica. I valori stabiliti dal Comitato Olimpico Internazionale tengono conto di queste abitudini alimentari e di queste esigenze curative, ponendo una soglia di positività decisamente al di sopra di quella raggiungibile casualmente.
Ma anche per noi che non siamo atleti olimpici e professionisti è sempre meglio non esagerare con la caffeina, infatti gli esperti consigliano di non berne più di due tazzine al giorno.
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