Negli anni ’70 era comune consigliare di resistere alla sete e bere di meno possibile durante l’attività sportiva. Si era diffusa l’idea che l’acqua in qualche mondo interferisse con la capacità di prestazione, che potesse limitarla. Oggi, invece, che le conoscenze mediche scientifiche sono applicate al raggiungimento della prestazione ottimale, si insegna allo sportivo che bisogna incominciare a bere prima ancora di sentire lo stimolo della sete, perché esso quando giunge vuol dire che il corpo è già all’inizio del processo di disidratazione.
Durante lo sforzo fisico il lavoro muscolare fa aumentare la temperatura corporea; e questa temperatura continuerebbe a salire, se contemporaneamente non si cominciasse a produrre sudore. Compito essenziale del sudore è dunque quello di “sistema di raffreddamento” della macchina umana. Ma il sudore è principalmente acqua e la perdita durante uno sforzo prolungato può essere importante: da mezzo litro fino a due litri/ora, a seconda dell’intensità dello sforzo e dall’allenamento dell’atleta. Quando va reintegrata quest’acqua perduta attraverso la sudorazione? Se è possibile, immediatamente, negli intervalli della prestazione o al più tardi al termine della stessa.
Ed è proprio su questo che conviene concentrare l’attenzione: che cosa bere? Se non siete dei maratoneti professionisti lasciate perdere quegli integratori salini e energetici, il consiglio migliore è semplice acqua. Il consiglio che vi do è quello di bere acqua, meglio se non gassata, aggiungendovi un agrume a vostro piacimento (arancia o limone) spremuto e 3 o 5 zollette di zucchero. Avrete ottenuto così una bevanda assai migliore degli integratori sul mercato, per qualità dei componenti, di quelle commercializzate e pubblicizzate dalla grande industria e avrete speso forse anche meno di un euro.