Più della metà degli italiani sarebbe intollerante al latte. Si tratta di un dato considerevole, ed è ancora più interessante sapere che, seppure in una percentuale leggermente superiore, ad essere intolleranti al latte sono più le donne che gli uomini. A determinare tale intolleranza è la mancanza dell’enzima lattasi.
Ma come ci si accorge di essere intolleranti al latte? Ci sono una serie di sintomi che ci possono mettere in allarme. Chi scopre di essere intollerante al latte lamenta gonfiore addominale, meteorismo, flatulenza, diarrea o al contrario stitichezza. Tali fastidi si avvertono in genere dopo aver bevuto latte o mangiato latticini, ad essere precisi nell’arco di tempo che va dalla mezz’ora fino alle due ore successive. Nel momento in cui si comprende di essere intolleranti al latte bisogna iniziare ad adottare un’alimentazione adeguata, che metta al riparo da avere ulteriori disturbi. Ciò che bisogna fare è attuare una sorta di svezzamento. In pratica bisogna eliminare per un paio di mesi i latticini ai quali si è intolleranti.
Nel periodo di depurazione il latte può benissimo essere sostituito. In che modo? L’alternativa è il latte di soia, ma anche quello di farro, mandorle o di riso. Mentre al posto dei formaggi si può mangiare il tofu. Quanto agli yogurt, si possono sostituire con yogurt e budini a base di soia. Tra l’altro, la soia è indispensabile per evitare carenze di calcio, ed è infatti consigliatissima oltre che agli intolleranti al latte anche ai vegani. Sempre per scongiurare una carenza di calcio ricordate di mangiare verdure a foglia verde e semi di sesamo.