Può capitare a chiunque, purtroppo, di imbattersi in una intossicazione alimentare in quanto non è molto semplice, a volte, distinguere un alimento sano da uno avariato. I microrganismi che intervengono in un avvelenamento da pietanze, nella maggior parte dei casi, sono soprattutto tre:
- lo staffilococco, un batterio che può infettare le pietanze a causa della scarsa igiene del locale nel quale vengono preparate. Riguarda latticini, gelati, salumi, prodotti di pasticceria, arrosti freddi. Gli effetti si manifestano con vomito, nausea unita a febbre.
- Il botulino che trova terreno fertile per la proliferazione in assenza di ossigeno in verdure, carne, pesce. Esso agisce in totale anonimato con un periodo di incubazione dalle 12 alle 36 ore, poichè non altera per nulla l’aspetto dei cibi. Il botulino, o anche clostridium botulinum, ha conseguenze letali per più della metà dei casi studiati. La tossina va ad intaccare il sistema nervoso provocando disturbi alla vista, difficoltà di parola, di respirazione fino alla totale paralisi. E’ bene recarsi quindi in un pronto soccorso anche se c’è il solo sospetto di aver consumato cibo infetto.
- La salmonella, che si sviluppa nella carne, salumi, uova, molluschi conservati in condizioni igieniche pessime. Anche per questi batteri i sintomi sono vomito, diarrea e febbre alta.
Di seguito vi riportiamo alcuni semplici consigli per tenere lontano i pericoli di avvelenamento:
- controllate sempre le date di scadenza deli cibi;
- fate attenzione alle modalità di conservazione degli alimenti;
- scartate le pietanze maleodoranti;
- lavate accuratamente mani e utensili che andranno in contatto con cibi crudi;
- scartate i cibi che presentano confezioni rigonfie in maniera anomala.
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