Ogni anno l’aterosclerosi, e le sue conseguenze, angina, infarto e ictus, provocano più decessi del cancro; le cause dell’insorgenze dell’aterosclerosi sono varie: alcune di esse, come l’età, il sesso ( gli uomini al disotto dei 60 anni sono più a rischio delle donne) e la predisposizione genetica non sono modificabili, mentre altre lo sono.
Tra i fattori a rischio sui quali è possibile intervenire ci sono l’ipercolesterolemia, il fumo, l’obesità, la vita sedentaria e il diabete. L’abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue riduce il rischio di infarto e di malattia circolatorie e ritarda la comparsa dell’aterosclerosi. Il fumo è il responsabile del 30-40% della mortalità coronarica poiché provoca vasocostrizione con conseguente aumento della pressione arteriosa, inoltre promuove l’infiammazione arteriosa inducendo aterosclerosi anche in individui con LDL nella media (lipoproteine a bassa densità).
L’obesità è un fattore di rischio in quanto contribuisce ad aumentare la pressione arteriosa e costringe il cuore a lavorare di più fino a farlo ingrossare eccessivamente; l’eccesso di trigliceridi invece aumenta la sintesi del colesterolo nel fegato. Anche il diabete (malattia nella quale le cellule del corpo non possono assorbire abbastanza glucosio dal sangue), aumenta di tre o quattro volte il rischio di sviluppare malattie cardiocircolatorie.
Il grado di rischio dipende quindi in buona parte dal comportamento degli individui: un regolare esercizio fisico, per esempio, sembra aumentare i livelli di HDL (lipoproteine ad alta densità) e proteggere dall’accumulo di LDL; una sana alimentazione di tipo mediterraneo, la rinuncia al fumo e la sorveglianza periodica di alcuni parametri, come la pressione arteriosa e il controllo del peso e del livello di glucosio nel sangue, costituiscono senz’altro la miglior prevenzione contro le malattie del sistema cardiovascolare.
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