L’ epilessia, o meglio la sindrome epilettica, non è una malattia mentale ma neurologica, determinata da modalità di risposta alterata del sistema nervoso a stimoli diversi fra loro; si ha pertanto una specie di corto circuito temporaneo tra le cellule cerebrali che si traduce in una “scarica” elettrica abnorme ed eccessiva a carico di un numero più o meno elevato di elettroni.
Tali modificazioni funzionali generano il fenomeno delle crisi epilettiche, spesso caratterizzate da perdita di conoscenza, contrazioni muscolari brusche, involontarie e violente estese a uno o più gruppi muscolari; le crisi si presentano in maniera improvvisa e possono colpire chiunque, una o più volte nella vita, di qualunque età.
Di epilessia soffre un italiano su 100, e più di 50 milioni di individui nel mondo, soprattutto i giovanissimi. Le maggioranza delle sindromi epilettiche è di tipo secondario, cioè acquisito, e dovuto a una lesione organica che danneggia il cervello nel periodo prenatale, o durante la vita neonatale. Il tipo di epilessia detto idiopatico è dovuto a predisposizioni genetiche. È stato recentemente dimostrato da alcuni ricercatori canadesi che un gene chiamato Gabra è responsabile della crisi di epilessia mioclonica giovanile. In altri casi la causa dell’epilessia non è individuabile con precisione.
Le crisi epilettiche possono essere scatenate, nei giovani geneticamente sensibili, dalle luci intermittenti e dai contrasti luce-ombra prodotti dalla luce artificiale. Questa forma di epilessia, detta fotosensibile, colpisce circa 10000 ragazzi italiani e rappresenta il 3% di tutti i nuovi casi di epilessia e il 10% dei nuovi casi tra i 7 e i 9 anni. Essa si manifesta nella seconda infanzia e tende a scomparire con l’età, la si può prevenire evitando discoteche e fonti troppo luminose.