La pelle del contorno occhi è particolarmente sottile ed esposta all’aggressione degli agenti fisici esterni. A questi vanno sommati la predisposizione genetica, il trascorrere del tempo e lo stress: un mix colpevole di provocare l’appesantimento della regione palpebrale superiore e la formazione delle borse in quella inferiore. Un mix che spegne lo sguardo rovinando l’armonia di tutto il viso.
La blefaroplastica è un intervento di chirurgia estetica volto ad eliminare l’eccesso di pelle ed il grasso periorbitario erniato. L’operazione può essere completa (supero-inferiore) o parziale.
Esistono sostanzialmente due distinte metodologie: la classica e la nipponica.
La prima consiste nell’incidere ed asportare due semilune di pelle e un po’ di grasso per ottenere di nuovo la distensione dell’epidermide. L’incisione si realizza nella normale piega cutanea, per quanto riguarda la palpebra superiore, ed immediatamente al di sotto delle ciglia o a livello transcongiuntivale, per quanto riguarda quella inferiore.
La seconda è stata recentemente importata dal Giappone, dove viene utilizzata per occidentalizzare gli occhi a mandorla. La tecnica nipponica coinvolge oltre all’epidermide anche il muscolo della palpebra. Questo viene inciso a metà altezza e la sua parte inferiore viene ancorata all’osso sull’angolo esterno dell’occhio. Il vantaggio sostanziale offerto dal coinvolgimento muscolare è dato dall’ottenimento di un impianto più stabile e quindi più duraturo nel tempo.
La blefaroplastica, se necessario, può essere associata anche ad altre procedure. Ad esempio, se l’eccesso di cute sulla palpebra superiore è accompagnato all’abbassamento del sopracciglio è preferibile eseguire anche un lifting; mentre un miglioramento delle famigerate zampe di gallina può essere ottenuto con un peeling chimico o col laser resurfacing.
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