L’emicrania è un’affezione caratterizzata da crisi di cefalea di solito violenta, accompagnata da vomito e da altri disturbi che si manifestano all’improvviso, durano varie ore o un giorno e sono separati da periodi intervallari di perfetto benessere. I caratteri fondamentali sono quindi il manifestarsi dell’emicrania, ad eccessi improvvisi e la completa assenza di ogni sintomo nei periodi iteraccessuali;
queste peculiarità cliniche sono sufficienti generalmente per distinguere l’emicrania da altre malattie e forme di cefalee. È una malattia spesso ereditaria che prediligi il sesso femminile; tendete a regredire dopo la menopausa, le sue crisi spesso coincidono con periodo premestruale.
Può essere scatenata da strapazzi fisici, emozioni, influenze metereologiche, da indigestione di particolari cibi o bevande. È dovuta a disturbi vasomotori del sistema neurovegetativo e in particolare da una vasodilatazione della carotide (arteria che porta sangue al cervello) esterna e dai rami che da essa dipartono.
Il dolore è in relazione con la vasodilatazione, mentre la fase spastica non è dolorosa ma provoca dei sintomi promotori che spesso precedono le crisi di cefalea. Essi durano pochi minuti e sono prevalentemente disturbi visivi, caratterizzanti da una sensazione di una linea luminosa che circonda uno spazio scuro; inoltre spesso nelle ore che precedono, si possono riscontrare svogliatezza, malumore, depressione e vertigini.
Inizia poi violentissima la cefalea che può limitarsi ad una sola metà del cranio, ma che il più delle volte si estende a tutta la testa, e si accompagna a nausea e a vomiti ripetuti. Il farmaco di elezione usato in queste crisi è la ergotamina e derivati, che agisce provocando una restrizione dei vasi celebrali.
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