Lo Shock anafilattico, ovvero la manifestazione allergica che mette in pericolo di vita chi ne viene colpito, non è molto frequente. Tuttavia trovarsi dinanzi ad una sitazione del genere è una cosa seria, anche se vengono colpiti solo il 2% degli allergici l’anno. La regola basilare contro gli shock anafilattici è la prevenzione; chi è allergico deve evitare di venire a contatto con le sostanze a lui dannose. Di primo impatto può sembrare cosa facile, ma così non è soprattutto se ci si trova a combattere con allergie alimentari. E’ stato stimato tuttavia che sono i farmaci i maggiori incriminati nei casi di shock, 50% circa; ci riferiamo agli antibiotici, antinfiammatori, anestetici e preanestetici.
In una ipotetica graduatoria gli alimenti ricoprirebbero la seconda posizione con il 30-40%, nei bimbi sono le noccioline e le proteine di latte e uova ad essere i protagonisti di allergie. Ciò che rende pericolosi questi alimenti è il fatto che possono trovarsi combinati in tanti altri cibi, ad esempio le noccioline sono presenti sbriciolate su biscotti o torte. I sintomi più evidenti sono mancanza di respiro, battito accellerato, pallore delle cute e mani e piedi freddi. Drastico calo della pressione sanguigna dovuto alla riduzione del volume del sangue circolante. Tachicardia, vomito e diarrea sono pure allarmi da tenere d’occhio.
Nei casi particolarmenti gravi è possibile riscontrare perdita di conoscenza o sensazione di stordimento unito a vertigini, convulsioni e disturbi psico – sensoriali. Prima cosa da fare nel caso di shock anafilattico è il ricorso ad un medico presso una struttura ospedaliera. L’amico fidato è l’adrenalina che può risolvere egregiamente una reazione antiallegica.
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