Con il termine spotting (dal verbo inglese to spot) si indicano delle perdite di sangue che interessano le donne. Tali perdite si verificano in genere tra una mestruazione e l’altra, durante o appena dopo l’ovulazione. In tante, vedendo delle macchie anomale sugli slip, si spaventano. Ma bisogna davvero allarmarsi?
Le cause che determinano lo spotting sono molteplici. Molto spesso a causare lo spotting è l’uso di un anticoncezionale. Naturalmente non è solo la pillola a poter essere colpevole, ma anche l’anello, il cerotto o la spirale. Nei primi periodi in cui si utilizzano questi concezionali lo spotting non deve preoccupare, in quanto esso è la risposta dell’organismo a nuovi equilibri ormonali. Ma quando, invece, lo spotting si verifica dopo già diversi mesi dall’assunzione o l’applicazione dell’anticoncezionale è meglio rivolgersi ad un ginecologo, visto che molto probabilmente le perdite sono da imputare ad un dosaggio ormonale non adatto, e che quindi deve essere modificato. Si annoverano tra i responsabili dello spotting anche le cosiddette cause disfunzionali. Sotto questa definizione rientrano problemi come l’anoressia, la bulimia, lo stress.
Lo spotting potrebbe anche essere il segnale di una gravidanza. In questo caso si parla di spotting da impianto. Infine, lo spotting potrebbe essere il campanello d’allarme che segnala la presenza di alcune patologie, quali endometriosi, cisti ovariche, polipi, tumori benigni e fibromi uterini. Pertanto è sempre bene non sottovalutare queste perdite.